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Il fascino discreto dell'aquilonismo


Guidare per un’ora  e all’arrivo scoprire che di vento non ce n’è nemmeno un filo.
Oppure volare poco e male perché ce n’è fin troppo, o è incostante, o rafficato.

Sono queste le condizioni di chi,  come noi,  abita lontano dal mare e  si barcamena fra pianure afose e vallate prealpine dal meteo incerto.

Presentare l’aquilonismo acrobatico partendo da queste premesse può sembrare ingiusto e demotivante,  eppure proprio le difficoltà che dobbiamo superare fanno intuire che qualcosa di esaltante ci debba essere,  che qualche magico momento possa ripagare del tempo perso. 

Forse è il disegno di una figura lenta e precisa in cielo, coreografia silenziosa in un paesaggio blu e invernale. L’aquilone sullo sfondo, come fosse un uccello o una nuvola.

Forse è  l’esecuzione di una manovra perfetta.  Scendere verso terra e, con uno scatto di polso, posarsi leggero sulle punte delle ali.

Forse è  cercare insieme un buon prato,  condividere un thermos,  ridere insieme dei propri goffi tentativi.  Imparare ed insegnare ogni volta qualcosa.  Sondare i propri limiti e cercare di superarli,  volando alto ma rimanendo con i piedi per terra.
 

Sì,  non possiamo lamentarci,  c’è molto in comune con chi  più fortunato vola nel vento pieno della spiaggia.  Sono gli elementi essenziali,  quelli che danno fascino all’aquilonismo.

E’ un fascino discreto, bello da scoprire.


Beppe