Si decolla!

Metti l'aquilone a terra al centro della finestra del vento. Un'occhiata ancora che le briglie siano libere (che non facciano per esempio un giro intorno alla coda della spina). Solo se il vento è leggero leggero puoi benissimo appoggiarlo sul dorso, attacca le estremità dei cavi e srotola il winder (foto 19). Poi metti i cavi in tensione (importante!) alzandolo un po' (foto 20), arretra le braccia e via.
Se il vento è di più, puoi mettere l'acro come da foto 21, in modo che il vento lo tenga schiacciato in terra (che poi è la posizione di parcheggio quando non voli), e al momento del decollo ribalta l'aquilone tirando i cavi con un po' più di decisione.

 

 

In ogni caso, mani lungo i fianchi, cavi sempre in tensione, uno strattone e via. Se il vento è leggero, aiutati partendo da una posizione "tutta in avanti" per proseguire con una posizione "tutta indietro" (disegni 22 e 23). Così facendo, aggiungi la tua velocità a quella del vento.
Non portare le braccia in alto o davanti al petto: solo lungo i fianchi puoi sfruttare la loro massima escursione.

 

...si vola...

A questo punto l'acro sale, sale... fino ad arrivare in alto (si spera). Se i cavi sono della stessa lunghezza e l'acro è montato bene, non ci dovrebbero essere grossi problemi. Però in cima di sicuro non ci sta molto, e comincia ad ondeggiare o a piegare da una parte.
Se tiri un po' il cavo sinistro l'aquilone tende a sinistra, viceversa con il destro.
Questa semplice regola ti consente di condurlo ovunque.

Quanto tirare, dipende dall'aquilone, dai cavi, dal vento... Il riuscire a tenerlo in aria senza schiantarsi dipende solo dalla gradualità dei tuoi movimenti, reazioni troppo brusche portano alla perdita del controllo.
In genere si comincia con lo svolazzare a destra e a sinistra, ondeggiando lentamente. Ma per poco, perchè subito nasce la necessità di fare o completare un cerchio.

Come chiudere un cerchio?

Porta l'aquilone in alto. Tira un cavo, l'aquilone comincia la curva e... punta verso il basso. Continua a tenere il cavo tirato, anzi, se vedi che il cerchio è troppo ampio, tiralo ancora di più (sempre gradualmente). Quando l'aquilone ritorna con la punta verso l'alto, con più decisione riporta subito la mano che avevi arretrato alla pari con l'altra. bene. L'acro ha finito il giro.
Hai i cavi incrociati, ma non è un problema. Puoi fare anche un altro giro, o più di uno, dalla stessa parte. Oppure puoi ristabilire la situazione di partenza facendo un giro contrario.
Più tiri un cavo, più il cerchio sarà stretto. Tanto più se oltre a tirare con una mano, molli un po' con l'altra.

La reazione più comune, quando l'acro punta verso terra, è di portare le braccia al petto e tirare, come per trattenerlo... Perfetto, perchè così non solo verrà giù in picchiata, ma lo farà anche alla massima velocità!
Quando punta verso terra, invece, bisogna... fargli cambiare idea, tirando (o tirando di più) un solo cavo. Il dramma della prima mezz'ora di volo è tutto qui.

Se il vento è pochino: puoi volare solo arretrando. Siccome però non puoi farlo di continuo, devi anche recuperare terreno. Quindi fai salire l'acro in verticale pompando con entrambe le mani (se necessario ancora con qualche passo all'indietro) fino allo zenith o quasi. Mantenendo sempre la tensione (è importante!) gli fai fare un arco stretto e lo punti verso terra. Mani unite davanti a te, cominci a camminare in avanti, anche una corsetta leggera, se la tensione lo permette. L'importante è che l'acro non "spanci" senza controllo in avanti. Arrivato lento lento in basso, fai una virata e ricominci. Se i passi che riesci a fare in avanti sono superiori a quelli che devi fare all'indietro è fatta. In queste manovre un assetto picchiato ti aiuta.

Nel caso un cavo si attorcigli intorno ad un'ala e l'aquilone cominci a roteare su sè stesso venendo giù come una centrifuga di lavatrice, conviene portare un braccio tutto in avanti ed un braccio tutto indietro, avanzando nel contempo. L'aquilone si poserà in qualche maniera, ma senza danni.

Cosa fare una volta che si è imparato a tenerlo su per un po'?

Dei cerchi, degli otto, dei rasoterra, delle virate secche... o portare l'acro a bordo finestra, tenendolo stallato, o cominciare qualche figura geometrica (un quadrato, per esempio) cercando di eseguire gli angoli retti. Accorgendosi nel contempo di quanto sia importante, nel virare, non tanto tirare un cavo quanto mollare l'altro.

Più avanti potrà nascere il desiderio di compiere evoluzioni più complesse, tridimensionali, o della precisione con la p maiuscola: sulla rete trovi ormai tante spiegazioni e filmati.

 

...si atterra.

Per portare l'aquilone a terra senza danni puoi drigerlo a lato finestra vento, fino a quando non tenderà a fermarsi. Mantieni la spina parallela al terreno, l'acro lentamente si poserà sul bordo alare.

Se invece l'aquilone è atterrato di sua volontà, come un kamikaze, prima di ridecollare controlla che le stecche non stiano per uscire dai connettori.

Un altro consiglio: a volte si vedono principianti alle prese con aquiloni poco governabili perchè i connettori sono scivolati lentamente ma inesorabilmente lungo i bordi alari, cambiando così la geometria dell'aquilone, magari anche assimetricamente. Ogni tanto squadra il tuo aquilone, per vedere che sia "in dima"; la cosa più pratica è comunque fissare i connettori nelle posizioni originali chiudendoli a monte e a valle con qualche giro di nastro adesivo sulle stecche.

Quando avrai un maggior controllo potrai provare ad atterrare in maniera più elegante, portando l'acro dove "lo senti" meglio, in poco vento, facendogli fare un cerchio stretto e - poco prima che ripunti il naso in su - andandogli decisamente incontro. Se tutto va bene, l'acro si poserà sulle punte, pronto per un altro decollo (foto 24).

 

Torna all'indice             Prosegui